Fotografia d’arrampicata: come l’hanno scattata quella foto!?

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Il 3 giugno 2017, Alex Honnold ha completato la sua ascensione in free solo di El Capitan, la prima del suo genere su quest’iconica parete di granito, nonché pietra miliare nell’arrampicata sulle Big Wall, cioè le grandi pareti. Sempre più spesso queste imprese vengono filmate e, una volta portate a termine, viene rilasciato un documentario, sia per mettere a tacere chi ha da ridire che per fornire un’interpretazione artistica di un progetto così imponente. Adam Ondra ha appena rilasciato un film sulla sua ascensione di Silence – attualmente la più difficile al mondo –, mentre un film sulla salita in libera della Dawn Wall completata da Tommy Caldwell è in progetto da alcuni anni; e, nel 2018, dovrebbe uscire un documentario sull’impresa di Honnold.

Guardando queste riprese e fotografie storiche, è inevitabile che ci facciamo qualche domanda. Di solito, la prima cosa che si chiedono i non-scalatori è:

“Come cavolo hanno fatto a mettere quella corda lassù? ” La domanda successiva è: “Come cavolo l’hanno scattata quella foto!?”

In effetti, questa è una questione su cui vale decisamente la pena indagare. Se questi climber d’élite portano a termine imprese inimmaginabili, cose mai viste prima dall’occhio di un essere umano, allora come cavolo lo spieghi il fotografo appeso di fianco a loro sul quell’infinita distesa di roccia verticale? Gli autori delle foto d’arrampicata più spettacolari del nostro tempo non sono meno leggendari degli atleti che finiscono nei film e sulle copertine. Perciò oggi diamo un’occhiata al mondo della fotografia d’arrampicata.

Tecniche della fotografia d’arrampicata

Foto: Jimmy Chin

I professionisti che fotografano l’arrampicata utilizzano svariate strategie, sia per mettersi in posizione che per fare gli scatti stessi. Queste sono alcune delle tecniche di cui un fotografo-arrampicatore adeguatamente preparato (spesso un vero e proprio fuoriclasse) può avvalersi per tenere il passo con i protagonisti delle sue foto:

Jugging: va da sé che arrampicare con l’ausilio di una corda è molto più facile che salire su una parete verticale utilizzando solo mani e piedi. Spesso, quando si preparano per un’ascensione storica, scalatori e fotografi montano una serie di corde, che la star dello spettacolo non può toccare in alcun caso. I fotografi possono usare una tecnica chiamata “jugging” per spostarsi su e giù per la corda, utilizzando i cosiddetti bloccanti: questi dispositivi scorrono facilmente sulla corda verso l’alto, ma si bloccano con la forza di gravità che spinge verso il basso, impedendo a chi è appeso di cadere.

Arrampicata artificiale: Honnold ha eseguito la sua ascensione storica in “free solo”. “Free” significa “libero”, cioè libero da qualsiasi cosa che non siano le sue mani, i suoi piedi e il suo corpo. Per tutto il tempo in cui ha scalato non ha mai utilizzato attrezzatura o corde. Tuttavia, il free solo non è l’unico modo di salire una via. Piazzando degli appositi strumenti nelle fessure o su protuberanze presenti naturalmente sulla roccia, uno scalatore può completare una sezione che altrimenti risulterebbe impossibile. Questo tipo di arrampicata si chiama artificiale e può permettere a un fotografo di salire più in alto rispetto all’atleta, per catturare un momento che sta facendo la storia.

Tuttavia, anche se dietro a molti dei grandi scatti della storia dell’arrampicata c’è l’occhio di un esperto, grazie ad alcune tecniche moderne i fotografi di oggi possono catturare immagini da terra in totale sicurezza. Ad esempio:

Droni: i droni stanno rivoluzionando il modo in cui facciamo molte cose, inclusa l’arrampicata su roccia. Con le tecniche di arrampicata tradizionali, un fotografo può posizionarsi solo in certe angolazioni rispetto all’arrampicatore. Non potrà mai, per esempio, spostarsi indietro di una cinquantina di metri rispetto al soggetto e scattare una foto dell’atleta che avanza in verticale, mostrandolo come un puntino lontano sull’infinita parete di granito. Ecco che entrano in gioco i droni.

Fotocamere telecomandate: quando Alex Honnold ha completato la sua ascensione storica di El Capitan, era ben consapevole che sarebbe bastata una sola distrazione per farlo precipitare. Per questo motivo, i fotografi che hanno documentato l’impresa di Honnold hanno inserito delle fotocamere comandate a distanza in alcune fessure, in modo da poter catturare alcuni dei passaggi più duri. Honnold è riuscito a completare la sua impresa leggendaria senza che nessuno lo distraesse e i fotografi sono andati a recuperare l’attrezzatura in un secondo momento.

Quando i fotografi d’arrampicata sono anche atleti

Anche se i fotografi d’arrampicata possono avvalersi di alcune tecniche per tenere il passo dei climber che immortalano, queste strategie non eliminano la maggior parte delle sfide del loro lavoro. I migliori fotografi d’arrampicata sono atleti a pieno titolo. Tieni presente che un fotografo non si limita a trasportare il proprio peso sulla parete, perché salendo deve portare con sé anche tutte le macchine fotografiche, gli obiettivi e le attrezzature necessarie per fare scatti eccezionali. Ecco alcuni fotografi d’arrampicata leggendari che potrebbero tranquillamente figurare tra i migliori arrampicatori del mondo:

Jimmy Chin: Jimmy Chin è l’Alex Honnold della fotografia d’arrampicata. D’altra parte, è proprio Chin il fotografo principale di alcune delle imprese storiche di Honnold, tra cui le sue ascensioni in free solo di El Capitan e dell’Half Dome. Ma anche Chin ha fatto la storia, scalando una remota cima himalayana insieme a Conrad Anker e Renan Ozturk e documentando il tutto nel film Meru.

Ken Etzel: Di casa nella Mecca dell’arrampicata di Bishop, in California, Ken Etzel è famoso per i suoi scatti mozzafiato di arrampicata in alta montagna, che lo costringono a salire per le stesse vie impervie in cui si cimentano i soggetti delle sue foto.

Irene Yee: Per ora non ci sono molte donne nella fotografia d’arrampicata, ma Irene Yee ci sta lavorando. Irene ha sfondato in quest’ambito grazie alle foto che postava sul suo profilo Instagram, che l’hanno portata a collaborare con scalatori di fama mondiale come Kathy Karlo e Matt Farrell.

Scatena il fotografo (d’arrampicata) che c’è in te

Foto: Ken Etzel

Tutti i climber più famosi hanno iniziato da qualche parte, esattamente come chi li fotografa. Vuoi fare foto migliori dei tuoi compagni d’avventura quando vai in falesia, o punti più in alto e sogni di vedere i tuoi scatti sul National Geographic? Cerchi foto da migliaia di like su Instagram o non ne puoi più del tuo lavoro in ufficio e vuoi partire per girare il mondo? Qualunque sia il tuo obiettivo, ecco qualche consiglio su come conquistare nuove vette con la tua fotocamera:

Scatta foto come se non ci fosse un domani. Nessuno è in grado di prevedere quale scatto diventerà una foto storica dell’arrampicata. Tu fai foto su foto, scatta anche quando pensi che non ne uscirà niente di buono, poi dai un’occhiata ai risultati in un secondo momento. Selezionerai le foto migliori una volta a casa.

Abituati a far foto con il tuo telefono. Nel 2018, la fotocamera di uno smartphone nelle mani giuste può fornire la stessa qualità di una costosa macchina fotografica digitale. Se poi calcoli che il telefono è anche compatto, quindi facilmente trasportabile, e ti permette di salvare le foto sul cloud, è ora che impari a scattare foto migliori con lo smartphone.

Usa un cordino! Che tu scelga di usare una fotocamera DLSR o il tuo smartphone, evita di far cadere la tua attrezzatura da fotografo per poi ritrovarla a terra, insieme alle macerie di pietre venute giù dalla parete: assicurale con un cordino!

La fotografia d’arrampicata può essere un’impresa leggendaria, al pari della scalata stessa, e lo scatto perfetto è spesso una combinazione di preparazione atletica, creatività e fortuna.

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Martina Russo

Martina is an Italian and Swiss Italian translation professional and founder at www.theactionsportstranslator.com, a specialised multilingual translation service that works with cutting-edge brands in the adventure sports and outdoors industries. When she isn’t opening the doors of new international markets, Martina can normally be found outdoors climbing a mountain or snowboarding down one. She is a real outdoor junkie and has lived in over 12 countries across 4 continents for the past 10 years.

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